Lettera aperta a tutte le lavoratrici ed i lavoratori e alle aziende
dei comparti dei tessili vari, della torcitura della seta e dei fili artificiali e sintetici e filatura serica.
Cari collaboratori e colleghi,
ho voluto scriverVi personalmente questa lettera per fare il punto della situazione in merito allo stato di avanzamento delle trattative per il rinnovo dei nostri Contratti Nazionali di lavoro, argomento che sta certamente a cuore a tutti noi.
Come ben sapete, questo rinnovo contrattuale arriva in un momento di grande difficoltà per le aziende del nostro settore che producono in Italia. Negli ultimi 10 anni nel settore tessile abbiamo perso più del 30% della manodopera passando da 800.000 a 500.000 addetti, e ogni giorno dobbiamo combattere per sopravvivere su mercati che ci chiedono di mantenere altissimi livelli di qualità contenendo però i costi e continuando ad aumentare l’efficienza e la produttività. E ogni giorno facciamo fatica a mantenere aperte le nostre attività, e con esse a mantenere i nostri posti di lavoro.
Lavoriamo tutti nelle aziende, siamo orgogliosi di essere parte di quel sistema manifatturiero che produce vero Made in Italy, quei beni di qualità che vengono riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Nel nostro paese il costo del lavoro è però molto elevato, anche se solo la metà di quanto pagato dalle imprese finisce poi nelle tasche dei lavoratori, con danno per entrambe le parti. Questo costo è andato ulteriormente aumentando del 12% nell’ultimo decennio, mentre abbiamo assistito ad una riduzione del 7% del valore aggiunto per addetto. Nelle aziende vengono a mancare le risorse perinvestire e creare posti di lavoro, mentre spesso i lavoratori non arrivano a guadagnare quanto necessario per poter vivere dignitosamente.
Per sopravvivere abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino a superare le sfide quotidiane, e per questo abbiamo avanzato ai Sindacati delle richieste semplici e chiare, e che ritengo siano condivisibili.
Come imprese non vogliamo negare ai lavoratori gli aumenti che in termini di recupero di inflazione sono più che legittimi; abbiamo chiesto di rinviare gli aumenti economici unicamente in quelle aziende che stanno facendo sacrifici per sopravvivere, trovandosi costrette a ricorrere alla cassa integrazione o ad applicare contratti di solidarietà. E’ inutile dare aumenti se poi si fanno chiudere le fabbriche. Al contempo, ci siamo invece proposti di ridistribuire automaticamente ai lavoratori parte di quanto eventualmente risparmiato dalle aziende a seguito di riduzione delle tasse sul lavoro.
Abbiamo poi avanzato la richiesta di non obbligare le imprese a sottoscrivere contratti aziendali, perché questi devono nascere dove rappresentano una opportunità per entrambe le parti, senza vincoli o aggravi di costo stabiliti a priori a livello nazionale.
Non è un caso che le poche aziende oggi in crescita continuino ad abbandonare l’Italia per insediarsi in altre nazioni come i Paesi dell’est, la Svizzera e il nord Africa. Dobbiamo essere maggiormente produttivi capaci di rispondere alla domanda, lavorando di più quando si presenta l’opportunità di lavoro, perché altrimenti in questo paese non abbiamo nessun futuro. Per questo chiediamo ai lavoratori il sacrificio di una maggior flessibilità, la possibilità di modificare il periodo in cui usufruire delle ferie (senza ridurle) e un aumento dei contratti a termine che sono necessari per far fronte alle esigenze temporanee del mercato. Abbiamo anche proposto di istituire sistemi che premino chi è più presente ed attivo in azienda, e che penalizzino l’assenteismo che danneggia tutti.
Come imprese, crediamo poi che sarebbe più equo che i ratei di tredicesima, ferie e rol vengano maturati proporzionalmente alla prestazione lavorativa, invece che sulla base dei 15 giorni come attualmente in vigore. Abbiamo poi chiesto di semplificare i sistemi di calcolo e compensazione di ROL e festività soppresse, senza nulla togliere alle retribuzioni, per rendere più semplice il lavoro a chi negli uffici si occupa della nella gestione del personale. E infine, confermo, abbiamo chiesto di abolire l’indennità di mensa di 34 cent al mese, come segno della buona volontà di superare i vincoli del passato per costruire insieme il futuro dell’industria tessile italiana.
Purtroppo la trattativa per il rinnovo dei CCNL è partita solo a settembre 2013, con nove mesi di ritardo a causa delle organizzazioni sindacali che non si sono degnate di rispondere ai solleciti (ben quattro) da noi inviati a mezzo raccomandata, a cui non è seguita alcuna risposta. Oggi vediamo le conseguenze di questo ritardo e dell’indisponibilità ad affrontare alcuni dei problemi, che rimangono però a mio avviso reali. E’ quindi necessario superare definitivamente i vincoli e le indisponibilità vecchie e nuove che ci hanno fino ad oggi impedito di discutere per modificare realmente la situazione, e dobbiamo lavorare insieme per costruirci quegli strumenti che ci serviranno per andare avanti, imprese e lavoratori uniti.
Il futuro del tessile Made in Italy è di nostro comune interesse. Per questo, come Presidente della Federazione TessiliVari, mi sono fatto promotore di una raccolta firme per l’introduzione del Regolamento europeo sulla sicurezza dei prodotti, che prevede l’indicazione di origine obbligatoria, per far acquisire un’informazione più completa al consumatore e una maggiore tracciabilità dei prodotti importati nel mercato interno. Perché salvaguardare la salute e la sicurezza dei consumatori attraverso la tracciabilità dei prodotti che l’indicazione d’origine consente deve essere un nostro obiettivo comune. Dobbiamo difendere le nostre aziende e i nostri posti di lavoro e far conoscere ai consumatori l’origine dei prodotti che acquistano.
Tornando al Contratto, come si può vedere gli obiettivi comuni sono molteplici, e le richieste chiare e comprensibili. Si può discutere nel merito, ma è necessaria da disponibilità ad affrontare i problemi, anche da un punto di vista economico.
E’ nostra intenzione continuare le trattative per arrivare alla firma di un accordo che possa soddisfare sia le nostre che le vostre esigenze. Speriamo vivamente che ciò possa avvenire in tempi il più brevi possibile.
Il Presidente
Dr. Matteo Cavelli
Milano, 25 marzo 2014